Daniela
Savini
Piazza Giotto 15
46051 San Giorgio Bigarello MN
Italie
Piazza Giotto 15
46051 San Giorgio Bigarello MN
Italie
Daniela Savini was born in Teramo in 1975 and she lives in San Giorgio Bigarello - Mantova.
She obtained her artistic high school diploma at the State Art School of Teramo, a degree in Conservation of Cultural Heritage at the University of Parma and then a Diploma in Archival, Paleography and Diplomacy at the State Archives of Mantova.
After her studies she resumed her natural vocation for making art.
From 2012, after meeting the painter and engraver Angelo Boni, she began practicing engraving.
By affinity with her interests and style, she dedicates only to direct techniques, printing on her own.
She carried out some projects, including:
"L'Archivio Inciso" (2016) on the State Archive of Mantova - section of the Gonzaga Archive;
Drypoint for Rolwaling (2016) in collaboration with the Ex-plora Nunaat International Association and some engravings were brought to Nepal in Kathmandu and Beding Temple 3700 m with the Jobo Garu 2017 expedition;
"Teresian Library. The breath of time" (2018) on the historic Teresian halls;
"Dal Quotidiano al Nulla" (2019) on genocide and Shoah;
The drainage system the "Travata" (2019/21) of the land reclamation and irrigation consortium Territori del Mincio.
Daniela has participated in numerous exhibitions and awards in Italy and abroad.
Pubblications:
- "L'Archivio inciso", 2016, catalog published by Prinp- Art Publishing 2.0;
- “Biblioteca Teresiana. Il respiro del tempo”, 2018, catalog published by Prinp- Art Publishing 2.0;
- “La Travata”, 2020, catalog pubblished by Youcanprint;
- “A te”, 2020, artist book pubblished by Youcanprint:
Prize:
- Marchionni Award 2016 and 2017 (traveling exhibition Prize Bologna-Milano-Urbino)
- Honorable mention at Prize Carmen Arozena (Madrid) 2018 and Sint-Niklaas (Belgium) 2019 International bookplates and small printmaking competition
- second prize / mention of merit Biennial Padre Donati -Perugia 2018 and third prize /mention Biennial Padre Donati 2020
- Selection Prize René Carcan 2020 and second prize Premio Grandi
- Bronze Point Dry Point Biennial Uzice 2021
Il percorso di ricerca è rivolto all’uomo come essere esistente, alla dolorosa tensione di un corpo che anela a congiungersi alla sua anima fra ascesi e caduta, conciliazione e fuga, sempre alla ricerca, sempre in un equilibrio precario. Sensibile e dolente, nello stupore e nell'angoscia. Ai luoghi e le sue relazioni alla storia alla memoria.
"cosa dice il corpo che la parola non dice?". Perché il corpo è la via di transito dell'inespresso. Le figure, che spesso si delineano in penombra, mostrano nella nudità dei corpi il tentativo di liberarsi dei travestimenti imposti dalla società. Savini apre stanze, con mano invisibile, si accosta e accarezza le loro vite. Quasi amore. Tenerezza. Sa che esiste anche una bellezza interiore, nascosta, soffocata dal caos esterno, inquinata dalle voci fuori e dentro quei corpi. Corpi che si aprono, nell'intenzione di manifestarsi, o si chiudono, come in un gesto di protezione, di, a loro volta, tenerezza, pudore. Espansioni e contrazioni. Un movimento che è ritmo, modulazione. Elettrocardiogramma. Quasi respiro. Se provi a stare in silenzio, puoi sentire i battiti, di quei cuori. Suggestioni generate da un chiaro richiamo dell'artista al realismo figurativo, che ci porta istintivamente a immaginare una sacralità iconografica. Figure come martiri, come santi. La stessa arte incisoria, del resto, già reca in sé l'agire della sacralità rituale. Ma la rappresentazione figurativa, che ha in sé una finalità liturgica - non necessariamente sacra - volta solitamente a costruire l'integrità, qui, mediante il ricorso di Savini alla dissolvenza, rivela, al contrario, che l'uomo è dilaniato, e che la realtà sfugge, è a pezzi. Una labilità che rappresenta la natura effimera dell'istante. L'uomo avverte la precarietà di un'unità che tende a disgregarsi nella più grande solitudine interiore. (Domenica Giaco)